Lavoro e professione
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La SM può influire sulla carriera e richiedere un ripensamento della propria condizione lavorativa. Rivolgete le vostre domande agli specialisti dell’Infoline SM.

Molte persone sono nel pieno della propria carriera lavorativa o scolastica quando viene loro comunicata la diagnosi di SM. Se non sussistono forti limitazioni fisiche e psichiche l’attività lavorativa o gli studi intrapresi possono essere continuati.

A seconda del decorso, i limiti legati alla malattia possono però rendere necessaria una riflessione sulla propria condizione lavorativa. In tal caso si pongono, tra l’altro, le seguenti domande:

  • chi garantisce la mia copertura finanziaria in caso di perdita di guadagno per malattia?
  • devo informare il mio datore di lavoro del fatto che mi è stata diagnosticata la SM?
  • come posso procedere nel caso di una riduzione dell’attività lavorativa o di un cambiamento del posto di lavoro?
  • quali prestazioni sono erogate dall’assicurazione invalidità?
  • quali aspetti devo considerare come datore di lavoro nel caso decida di assumere persone con SM?
  • sono una madre di famiglia, quali diritti mi spettano in termini assicurativi?

Vale la pena di contattare un centro specializzato per discutere la situazione professionale specifica. La nostra Infoline SM sarà lieta di aiutarvi.

In queste pagine ricevete informazioni su molte domande che le persone con SM e i loro datori di lavoro si pongono in merito alla professione e all’attività lavorativa.

  • Comunicare la diagnosi

    Nel periodo immediatamente successivo alla diagnosi di SM si pongono molti interrogativi:

    • devo informare della diagnosi il mio datore di lavoro e l’assicurazione?
    • quando è meglio farlo?
    • che cosa devo dire?

    Molte persone con SM hanno sperimentato che a lungo termine la sincerità paga. La franchezza crea fiducia, il superiore vede che la persona con SM si sforza di valutare realisticamente le proprie capacità di rendimento.

    In caso di nuova assunzione

    Le consigliamo di rispondere con sincerità alle domande concrete sullo stato di salute poste durante il colloquio di selezione. Non è necessario comunicare le malattie passate che non presentino gravi rischi di ricadute.

    Sarebbe opportuno informare il datore di lavoro se per alcune mansioni previste lo stato di salute dovesse porre dei limiti.

    In caso di rapporto lavorativo preesistente

    Se la malattia influisce sull’efficienza lavorativa, è opportuno informare il proprio datore di lavoro. Tale comunicazione deve essere effettuata di propria iniziativa se la professione esercitata comporta anche dei rischi in termini di sicurezza. Negli altri casi non sussiste alcun obbligo di comunicazione al datore di lavoro. È tuttavia importante riflettere su quando e chi volete informare della diagnosi, per ragioni di fiducia, di collegialità o per un adattamento del posto di lavoro.

    Comunicare la diagnosi alle assicurazioni

    Nel caso di un rapporto di lavoro preesistente non esiste alcun obbligo legale di informazione nei confronti delle assicurazioni.

    Possibili eccezioni si hanno nel caso di polizze vita o nel caso di assicurazioni private d’indennità giornaliera, per le quali valgono le clausole del contratto di assicurazione.

    In caso di nuova assunzione è importante rispondere in modo veritiero alle domande sullo stato di salute contenute nei moduli delle assicurazioni (assicurazione d’indennità giornaliera per malattia, cassa pensione). In caso contrario l’erogazione di eventuali prestazioni assistenziali future potrebbe essere limitata o rifiutata.

  • Riduzione del tempo di lavoro

    Per poter rimanere attive professionalmente il più a lungo possibile molte persone con SM decidono prima o poi di ridurre il tempo di lavoro.

    In tal caso si deve considerare quanto segue:

    • consultate sempre prima il vostro medico riguardo a un’eventuale riduzione.
    • cercate per tempo il dialogo con i vostri superiori e provate a chiarire in che modo la riduzione potrebbe essere realizzabile dal punto di vista aziendale.
    • analizzate in modo critico le vostre capacità di rendimento. Una volta decise, le condizioni della riduzione dovranno essere mantenute per un certo periodo di tempo.
    • la riduzione del tempo lavorativo alle volte può essere la migliore soluzione per tutti. Bisogna però darsi tempo per elaborare le emozioni che affiorano davanti a una decisione simile. Una consulenza professionale offerta dalla nostra Società può rappresentare un importante aiuto.

    Qualsiasi riduzione dell’attività lavorativa si ripercuote sulla vostra situazione salariale e previdenziale. In particolare, sono proprio le riduzioni di piccola entità che vanno di solito a vostro scapito. Per evitare ripercussioni negative su una futura pensione d’invalidità fatevi sempre attestare per iscritto la riduzione dell’attività lavorativa sia dal vostro medico che dal datore di lavoro (modifica del contratto con indicazione della causa). Le conseguenze di una riduzione dell’attività lavorativa possono essere estese. Per questo consigliamo sempre di coinvolgere per tempo uno specialista.

    Non esitate a rivolgervi al nostro team di consulenza della Infoline SM.

  • Cambiare posto di lavoro

    A prescindere dalla malattia, se si decide di cambiare posto di lavoro bisogna sempre considerare un certo fattore di rischio. Anche le persone con SM mantengono comunque la possibilità di intraprendere un cambiamento professionale.

    In tal caso sarebbe però utile fare un’autovalutazione critica ponendosi le seguenti domande:

    • come mai voglio cambiare proprio adesso posto di lavoro (il lavoro non mi piace più, problemi interpersonali, eccessivo carico lavorativo, nuove sfide)?
    • cambiare il posto di lavoro non potrebbe essere anche una buona occasione per ridurre il mio tempo di lavoro?
    • come mi relaziono di solito con i cambiamenti della vita? Mi disorientano, mi procurano uno stress eccessivo oppure li supero brillantemente?
    • quando intendo mettere al corrente il nuovo datore di lavoro della mia malattia?

    Ogni cambiamento del posto di lavoro si riflette sulla vostra situazione assicurativa. La cassa pensione e l’assicurazione di indennità giornaliera di malattia del nuovo datore di lavoro hanno diritto a informarsi sul vostro stato di salute, e in alcuni casi, sono addirittura obbligate a informare in merito il datore di lavoro.

    Non licenziatevi mai dal posto di lavoro senza avere un nuovo contratto di lavoro in mano, a meno che non vogliate concedervi consapevolmente una pausa.

    Dato che gli effetti giuridici di un cambiamento del posto di lavoro sono di ampio raggio, vi consigliamo di rivolgervi a un esperto per una consulenza. La nostra Infoline SM sarà lieta di aiutarvi.

  • Integrazione professionale dell’AI

    Il compito primario dell’assicurazione invalidità (AI) è l’integrazione professionale. Affinché gli assicurati e i loro datori di lavoro possano ricevere adeguata informazione e aiuto finanziario sono stati sviluppati nel tempo due strumenti chiamati rispettivamente rilevamento e intervento tempestivi. Questi dovrebbero permettere agli impiegati malati o con handicap di rimanere impiegati presso l’attuale datore di lavoro, o di migliorare le possibilità di trovare un nuovo impiego.

    Rilevamento tempestivo

    Qualora un assicurato dovesse essere insicuro se è già stata inoltrata una domanda AI al proprio ufficio AI, può inoltrare una richiesta di esame, tramite il «Formulario di notifica per adulti: Rilevamento tempestivo». A tal proposito, l'assicurato deve essere stato inabile al lavoro per almeno 30 giorni consecutivi o essere stato ripetutamente assente per motivi di salute per periodi più brevi negli ultimi 12 mesi.

    Il formulario può essere presentato anche dal datore di lavoro, dai familiari, dall’assicurazione indennità giornaliera individuale o dall’assistenza sociale.

    L’ufficio AI provvederà poi a verificare la situazione e a formulare delle proposte.

    Intervento tempestivo e integrazione

    Gli interventi precoci di regola non dovrebbero superare una durata di 6 mesi. Per le persone con SM vengono presi in considerazione in particolare:

    • adattamenti sul posto di lavoro quali per es. mezzi ausiliari, o un computer particolare
    • corsi di formazione per potersi riorientare professionalmente presso lo stesso datore di lavoro
    • intermediazione professionale, ovvero aiuto nella ricerca di un nuovo impiego adeguato consulenza lavorativa

    Questi primi provvedimenti possono essere completati da altri interventi d’integrazione esistenti quali

    • contributi di inserimento per il datore di lavoro durante il periodo di apprendimento (max. 180 giorni)
    • finanziamento di una riqualifica professionale (apprendistato, studio, a tempo parziale o a tempo pieno)

    Anche i costi supplementari causati da un handicap per la conclusione di una prima formazione vengono considerati come provvedimenti professionali e quindi finanziabili dalla AI.

    Per tutte le misure di reintegrazione professionale bisogna annunciarsi per iscritto presso l’Ufficio AI del proprio Cantone di domicilio con il formulario «Richiesta per adulti: integrazione professionale/rendita».

    » Uffici cantonali dell’AI

  • Case Management

    Il Case Management cerca soluzioni personalizzate per e con i pazienti ed è utilizzato nei casi più complessi, per i problemi che persistono nel tempo e nelle situazioni che richiedono uno sforzo elevato di coordinamento.

    Si ricercano soluzioni sul posto di lavoro collaborando con tutti i soggetti coinvolti, per consentire la continuazione dell’impiego adeguando le mansioni o riducendo il tempo.

    I Case Manager dotati di apposita formazione seguono le persone con SM, le affiancano e le supportano. Prolungando l’indipendenza si hanno effetti positivi sulla qualità di vita, il che si riflette a sua volta positivamente sulla situazione di vita professionale e privata.

Molte aziende sono disposte a mantenere il rapporto di lavoro con persone che hanno sviluppato un handicap o assumono persone con handicap. Affinché il rapporto di lavoro possa essere duraturo e soddisfacente per entrambe le parti, come datori di lavoro dovreste considerare i seguenti aspetti:

  • provate a instaurare un dialogo basato sulla fiducia che consenta al vostro dipendente, che probabilmente teme per il suo posto di lavoro, di parlare liberamente della sua malattia
  • chiedete informazioni concrete al vostro dipendente sui sintomi che al momento influiscono sulla sua capacità di rendimento
  • lasciate che sia il dipendente a spiegare di quale supporto necessiti da parte vostra e dei suoi colleghi. Chiarite insieme le soluzioni realizzabili nella vostra azienda
  • vi consigliamo di esporre chiaramente a quali condizioni è possibile il proseguimento del rapporto di lavoro
  • stabilite con il vostro dipendente delle regole di comunicazione. Dite quanto è importante per voi essere informati di eventuali peggioramenti.

Come datori di lavoro non siete soli di fronte ai problemi che possono sorgere con una persona disabile.

Case Management

Il Case Management cerca soluzioni personalizzate per e con i pazienti ed è utilizzato nei casi più complessi, per i problemi che persistono nel tempo e nelle situazioni che richiedono uno sforzo elevato di coordinamento.

Si ricercano soluzioni sul posto di lavoro collaborando con tutti i soggetti coinvolti, per consentire la continuazione dell’impiego adeguando le mansioni o riducendo il tempo.

I Case Manager dotati di apposita formazione seguono le persone con SM, le affiancano e le supportano. Prolungando l’indipendenza si hanno effetti positivi sulla qualità di vita, il che si riflette a sua volta positivamente sulla situazione di vita professionale e privata.

Anche se le casalinghe (nel prosieguo del testo viene considerata sempre anche la forma maschile) non posso dimostrare una perdita di guadagno causata dal perdurare di una malattia, esse hanno diritto a una rendita dell’Assicurazione Invalidità. La condizione è che la persona sia effettivamente limitata nelle proprie mansioni.

Diritto alla rendita AI

Contrariamente alle lavoratrici le casalinghe non possono fare leva sulla perdita di guadagno. Per questo motivo spesso la situazione di "invalidità" verrà valutata da un collaboratore dell’AI che accerterà i fatti direttamente a casa. Questo implica che viene chiarito in quali attività e in che misura la persona con SM sia effettivamente limitata dalla malattia.

È importante che le risposte date dalla persona con SM siano molto differenziate e che non si risponda semplicemente con sì/no. In una malattia a decorso incostante come la SM sono molto importanti descrizioni dettagliate dei limiti effettivi, in quanto verranno considerati nel calcolo della rendita d’invalidità.

Attività a tempo parziale

Per le casalinghe lavoratrici a tempo parziale il grado d’invalidità verrà calcolato con il metodo misto. Prima di tutto si stabilisce in che misura la persona lavora nel rispettivo ambito di attività: ad es. 60% attività lavorativa e 40% attività domestica. Per la parte di lavoro fa stato la perdita di guadagno, mentre per la parte di casalinga viene considerato il limite effettivo nel svolgere l’attività.

Consiglio

Parlate sempre con un assistente sociale prima dell’incontro di valutazione dell’AI.

Contattateci

La nostra Infoline SM è a vostra disposizione per rispondere in caso di domande

  • su come rapportarsi con le persone con SM
  • sulle assicurazioni sociali, in particolare l’assicurazione invalidità
  • sull’allestimento della postazione di lavoro
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