Vivere in casa e mantenere la propria indipendenza grazie al contributo per l’assistenza

Novità dalla politica

L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) ha pubblicato i risultati di una valutazione condotta nell’arco di cinque anni sul contributo per l’assistenza dell’AI. Tali risultati mostrano che la nuova prestazione dell’AI contribuisce a migliorare l’integrazione professionale e sociale delle persone con una disabilità e aumenta le loro possibilità di rimanere al proprio domicilio. Permangono, purtroppo, numerosi limiti di accesso.

La valutazione finale del contributo per l’assistenza, pubblicata dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), conferma non solo i risultati del rapporto intermedio già noto, ma anche le affermazioni delle persone con SM che avevano già approfittato della prestazione dell’AI. La stragrande maggioranza dei beneficiari del contributo per l’assistenza ritiene che la propria vita sia migliorata grazie al contributo, che permette in particolare alle persone con una grave disabilità di condurre una vita indipendente e di avere un più facile accesso ai contatti sociali. Si tratta di uno strumento importante per soddisfare le direttive della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, secondo la quale le persone con una disabilità debbono avere la possibilità scegliere la propria forma abitativa.

Ancora molti ostacoli da superare

Nonostante queste affermazioni positive, il numero degli assicurati che ricorrono a un contributo per l’assistenza è ridotto. Il motivo risiede innanzitutto nelle notevoli limitazioni all’accesso nel sistema: il contributo per l’assistenza non è ancora sufficiente per finanziare il supporto da parte dei famigliari, nonostante nella situazione di assistenza quotidiana sia la soluzione più evidente ed efficace. La Società svizzera SM si attende, pertanto, che nella legge venga almeno prevista una parziale autorizzazione dei famigliari, come già richiesto dall’iniziativa parlamentare, da tempo in sospeso, promossa dal consigliere nazionale Christian Lohr. Il rapporto di valutazione mostra che nella sua strutturazione attuale, il contributo per l’assistenza non fornisce un supporto sufficiente per la grande maggioranza dei famigliari.

Il sistema attuale ha inoltre diverse carenze:

  • le elevate spese amministrative sono difficilmente sostenibili per molte persone con SM; numerosi aventi diritto sono scoraggiati nel presentare la richiesta;
  • le ore massime mensili computabili sono insufficienti e circa il 30% dei beneficiari non riceve quindi ore di assistenza sufficienti per coprire le proprie esigenze;
  • il rimborso per il servizio notturno è calcolato in modo troppo ridotto;
  • le riduzioni per coloro che durante la giornata lavorano presso officine protette sono troppo elevate.

Fortunatamente l’UFAS ha annunciato di voler instaurare uno scambio con le organizzazioni di sostegno ai disabili. Insieme a Inclusion Handicap, la Società SM porterà avanti un dialogo con l’amministrazione ai fini dell’ottimizzazione. Inoltre l’associazione mantello politica presenterà le proprie richieste, come avvenuto finora, a livello parlamentare.

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