Il Tribunale federale asseconda una prassi controversa dell’AI. Ora è il Parlamento a prendere la parola

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Malgrado le limitazioni nello svolgimento di un’attività lavorativa, tanti assicurati non ricevono una rendita o ne ricevono una esigua, perché l’assicurazione invalidità parte da ipotesi irrealistiche per la determinazione del reddito teorico con invalidità. Si tratta di una prassi da anni oggetto di controversie, che tuttavia il Tribunale federale conferma ora con una sentenza. Le ripercussioni interessano anche le persone con SM.

L’assicurazione invalidità (AI) calcola il diritto alla rendita prendendo come riferimento il rapporto tra l’ultimo reddito da lavoro e il reddito ipotetico con invalidità. Facciamo un esempio: se il dipendente o la dipendente prima di subire l’invalidità percepiva annualmente un reddito di 80’000 franchi e l’AI calcola un reddito ipotetico con invalidità di 40’000 franchi, si ha una perdita di reddito pari al 50% per la quale l’AI garantirebbe metà della rendita.

L’attuale metodo di calcolo dei diritti alla rendita è però basato su salari teorici che un lavoratore con abilità ridotte difficilmente riuscirebbe a conseguire sul mercato del lavoro reale e fa riferimento a rilevamenti della struttura dei salari effettuati dall’Ufficio federale di statistica che sono, nello specifico, salari medi statistici riferiti a lavoratori dipendenti in buona salute, ripartiti in funzione delle competenze richieste. Dal prospetto mancano però i piccoli lavori ausiliari che richiedono prestazioni fisiche e mentali meno impegnative.

Un 58enne fa causa contro il calcolo dell’AI

Nel caso del 58enne che il 9 marzo è stato ascoltato a Lucerna dal Tribunale federale si trattava proprio di lavori ausiliari di questo tipo. A causa di limitazioni fisiche e psicologiche, l’uomo è in grado ormai di svolgere solamente «attività molto leggere, dalla struttura semplice e a carichi di stress alterni», per citare il «Tages-Anzeiger» sulla decisione dell’AI. Con questi lavori ausiliari, l’ex direttore di stabilimento senza formazione professionale dovrebbe poter guadagnare 67’766 franchi l’anno, una cifra irrealisticamente alta corrispondente al suo reddito ipotetico con invalidità e di fatto molto vicina all’ultimo reddito percepito. In base al calcolo dell’AI, l’uomo ha quindi diritto soltanto a un quarto della rendita.

Non si tratta di un caso isolato. Tanti assicurati non ricevono nessuna rendita, perché l’AI presuppone che le persone interessate possano trovare un lavoro ben retribuito nonostante le forti limitazioni. Sono soprattutto le persone che prima di ammalarsi non conseguivano un reddito elevato a ricevere spesso, con questo sistema, un supporto finanziario insufficiente e a dipendere di conseguenza dagli aiuti sociali.

Il 58enne ha impugnato la decisione dell’AI davanti al Tribunale federale, chiedendo che gli fosse concessa almeno metà della rendita anziché un quarto. Il suo avvocato ha chiesto che il reddito ipotetico con invalidità fosse calcolato sulla base del quartile inferiore dei salari della categoria professionale del suo cliente anziché sulla base del salario mediano statistico come da consuetudine. Il Tribunale federale ha ritenuto che non ci fosse motivo per respingere una prassi in uso da oltre 20 anni. In più dall’inizio del 2022 è entrata in vigore una riforma dell’AI. Il problema è che, malgrado le critiche diffuse, questa riforma non tocca le modalità di calcolo del diritto alla rendita.

Il Parlamento potrebbe avviare una modifica della prassi

Ora potrebbe essere invece il Parlamento ad avviare una modifica. Con una mozione, la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio nazionale (CSSS) vuole spronare il ministro dell’interno Alain Berset a chiedere che l’assicurazione invalidità riveda le modalità di calcolo delle possibilità di reddito secondo un approccio più realistico.

La Società svizzera SM è a favore della revisione dei metodi di calcolo delle rendite. Le decisioni relative alle rendite dovrebbero basarsi sui fatti e non partire dal generico presupposto che la persona con abilità ridotte abbia la possibilità di trovare un impiego idoneo sul mercato del lavoro.

Anche le persone con SM si trovano spesso di fronte a situazioni e contraddizioni di questo tipo. Il team di consulenti della Società svizzera SM conosce questo tipo di situazioni ed è a disposizione delle persone colpite e dei loro familiari per rispondere a tutte le domande sull’AI. Anche diversi articoli nei nostri fogli informativi sulla SM si occupano di questo tema.

Fonti: articolo apparsi nel «Tages-Anzeiger» del 09.03.2022 «Bundesgericht stützt mit knappem Entscheid umstrittene IV-Praxis» e del 10.03.2022 «‹Skandalöser Zustand›: Im Parlament wächst der Druck auf Berset».