Discriminazione nell’AI

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha stabilito che l’assicurazione invalidità (AI) discrimina le donne che lavorano a tempo parziale nella determinazione della rendita. A questo punto il Tribunale federale deve trovare una soluzione conforme alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.

Il 2 febbraio 2016 la Piccola Camera della CEDU aveva accolto un ricorso contro la Svizzera. La Confederazione non ha voluto riconoscere la sentenza e ne ha chiesto il riesame alla Grande Camera, che ora ha respinto l’istanza. Di conseguenza la sentenza originaria della Piccola Camera acquista carattere definitivo e il Tribunale Federale dovrà riesaminare il caso e trovare una soluzione compatibile con la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

Già nella newsletter di aprile Inclusion Handicap ha segnalato che il «metodo misto per la determinazione dell’invalidità» è discriminatorio, in particolare per le donne o gli uomini occupati a tempo parziale. Il metodo si applica nei casi in cui l’AI rilevi che una persona molto probabilmente lavorerebbe a tempo parziale eseguendo parallelamente un’altra mansione riconosciuta (ad esempio occupandosi del governo dell’economia domestica o dell’educazione dei figli) anche qualora non avesse limitazioni per motivi di salute. In questo caso l’AI applica il metodo misto di determinazione dell’invalidità e il risultato mette nello stesso calderone la valutazione dell’abilità al lavoro e della capacità di occuparsi del governo dell’economia domestica o dei figli. Spesso il risultato è una notevole riduzione, se non addirittura la privazione della rendita.

Le persone con SM che hanno domande sull’AI e sul metodo misto di determinazione dell’invalidità possono contattare l’Infoline SM. Il nostro team di consulenza sociale sarà lieto di aiutarvi.

Inclusion Handicap rappresenta di fronte alle autorità, alla politica e all’economia, gli interessi comuni di 24 importanti organizzazioni svizzere di persone disabili e dei loro aderenti. In veste di associazione mantello, Inclusion Handicap si impegna per una società esente da emarginazione, che consenta ai circa 1,2 milioni di persone con una disabilità di partecipare alla vita sociale in tutti i suoi aspetti. La Società svizzera SM è socio di Inclusion Handicap dalla sua fondazione, nel 2015.