Cannabinoidi nel trattamento sintomatico della SM
Articoli specialisticiProdotti a base di cannabis suscitano grande interesse nelle persone con SM, dichiara il dottore Claude Vaney
Nel 2016 uno studio italiano condotto su 1'600 pazienti con SM ha dimostrato l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità del Nabiximol, il principio attivo del prodotto a base di cannabis Sativex®. In Svizzera l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha dato impulso alla medicina a base di cannabis, finanziando uno studio di grande portata condotto nel 2015, che ha dimostrato l’efficacia della cannabis nella terapia contro dolori e crampi causati dalla sclerosi multipla.
Da farmaco miracoloso a droga illegale
La cannabis, il cui effetto antidolorifico è noto da oltre 4'000 anni, appartiene al gruppo delle droghe vegetali che, come la coca e l’oppio, vengono utilizzate ancora oggi. La pianta, proveniente dall’India, è stata introdotta nella medicina europea nel 1842 ed impiegata in ambito medico sotto forma di tinctura cannabis fino al XX secolo, per alleviare dolori, spasmi muscolari, crampi provocati dal tetano, reumatismi ed epilessia. A causa dei problemi legati al controllo della qualità e delle pressioni politiche in un mondo caratterizzato dal crescente abuso di stupefacenti, nel 1961 le Nazioni Unite hanno negato qualsiasi efficacia medica o scientifica della cannabis, che è stata così bandita dalle moderne farmacopee occidentali. Questo non deve destare meraviglia, poiché all’epoca ancora non si sapeva che il corpo umano possiede un proprio sistema endocannabinoide con proprietà antidolorifiche.
Il corpo umano è dotato di recettori dei cannabinoidi
Dalla scoperta del sistema endocannabinoide, avvenuta circa vent’anni fa, i farmaci a base di cannabis sono divenuti oggetto di intensa ricerca. Gli endocannabinoidi sono sostanze prodotte dal corpo umano, che legandosi ai recettori della cannabis modulano il flusso di informazioni tra i neuroni del sistema nervoso centrale, influenzando così funzioni come sonno, appetito, percezione del tempo o sensibilità al dolore. Nelle malattie neurodegenerative, e in particolare nella sclerosi multipla, è stata dimostrata la presenza di modificazioni patologiche, ovvero devianti dal normale stato di salute, nel sistema endocannabinoide, che a loro volta si ripercuotono sulle suddette funzioni.
La Società svizzera SM sostiene i farmaci a base di cannabis
I prodotti a base di cannabis agevolano la partecipazione alla vita pubblica, l’esercizio di una professione e la cura dei contatti privati alle persone con SM. Si tratta quindi di attività scontate per chi è in salute, possibili però solo con grandissima fatica per i malati cronici.
I medicinali a base di cannabis vengono rimborsati dalla maggior parte delle casse malati solo qualora sia possibile dimostrarne una maggiore efficacia rispetto ad altri preparati. Di conseguenza i pazienti, per ottenere un rimborso dalla cassa malati, devono prima poter dimostrare che un farmaco a base di cannabis è più efficace di altri e questo non è accettabile dal punto di vista della Società svizzera SM.
La Società svizzera SM è pertanto favorevole e continua a sostenere tutti gli sforzi e le misure del mondo politico, dell’industria e della scienza affinché i farmaci a base di cannabis siano autorizzati da Swissmedic e inseriti dall’UFSP nell’elenco delle specialità.
I cannabinoidi di provenienza esterna contenuti nella pianta della cannabis permettono di influenzare il sistema endocannabinoide in maniera terapeutica. Si suppone che nelle persone con SM l’effetto analgesico provocato dai cannabinoidi sia dovuto direttamente a una riduzione dei dolorosi spasmi muscolari e indirettamente attraverso l’inibizione delle vie del dolore nonché mediante l’azione antinfiammatoria. Gli spasmi sono dolorosi crampi muscolari che compaiono tra i sintomi più frequenti nelle persone con SM, compromettendone la qualità della vita. Allo stesso modo l’influsso positivo sulla spasticità riveste una grande importanza, rendendo più piacevole la quotidianità e facilitando la partecipazione alle attività lavorative e sociali.
Disponibilità legale del CBD
I prodotti a base di cannabis con un basso contenuto di THC (< 1%) sono acquistabili legalmente dal 2016, anno in cui l’UFSP li ha classificati tra i prodotti sostitutivi del tabacco. Da quel momento si è assistito un po’ ovunque a un vero e proprio proliferare di negozi specializzati, che offrono prodotti non contrassegnati come terapeutici e non soggetti ad alcun controllo medico. Essi di solito contengono una percentuale elevata di cannabidiolo (CBD), un cannabinoide simile al THC ma che, a differenza di quest’ultimo, non ha effetto alterante, pur presentando un’azione tranquillante e analgesica. Esso ha addirittura la capacità di neutralizzare particolari effetti indesiderati del THC. Il CDB viene comunemente fumato e per questo può avere un’azione dannosa tanto sui polmoni quanto sulle vie respiratorie, nonché favorire il cancro.
Ma i prodotti a base di cannabis prescritti da un medico per uso terapeutico sono disponibili anche in altre forme di somministrazione, ad esempio per inalazione con l’ausilio di vaporizzatori, per il consumo diretto in insalata o frullati, nonché in tè e biscotti od olio di cannabis. Comunemente l’effetto si amplifica riscaldando il prodotto. Con l’inalazione, i cannabinoidi raggiungono direttamente e pressoché immutati il circolo sanguigno, mentre l’assunzione orale può comportare una modificazione delle sostanze a livello intestinale. Per aspetto e odore il CBD è pressoché identico alla cannabis contenente THC con effetto alterante, ponendo i tutori dell’ordine davanti alla difficoltà di distinguere tra i fumatori in cerca di ebbrezza e i consumatori che l’utilizzano a scopo terapeutico.
Autorizzato ma non a carico della cassa malati
Il consumo di CBD può essere d’aiuto, ma in ogni caso se ne consiglia l’assunzione sotto controllo medico. Dalla metà del 2014 i pazienti con SM che non rispondono al trattamento con farmaci convenzionali contro gli spasmi, come Sirdalud o Lioresal, possono farsi prescrivere il Sativex® dal proprio medico curante. Questa sostanza omologata da Swissmedic non è però finora stata inserita dall’UFSP nel cosiddetto elenco delle specialità e pertanto non è a carico delle casse malati. Ma il trattamento è caro, con un costo mensile compreso tra i 200 e i 400 franchi, e proprio i pazienti che ricevono una rendita AI spesso non possono permetterselo.
Inoltre sono pochi i preparati attualmente disponibili, tra cui preparati magistrali di olio di canapa sativa, dronabinolo o una tintura di cannabis, prodotti da singole farmacie, che però necessitano di un’autorizzazione particolare dell’Ufficio federale della sanità pubblica. In altre parole, un paziente che desideri acquistare questi preparati a base di cannabis deve presentare all’UFSP una richiesta emessa dal proprio medico curante. Un’eccezione è rappresentata dal già citato farmaco pronto per l’uso, Sativex®. In questo caso è sufficiente una ricetta per sostanze stupefacenti rilasciata dal neurologo o dal medico curante, senza alcuna autorizzazione dell’UFSP. Il problema legato agli altri prodotti a base di cannabis dovrebbe risolversi grazie alla mozione «Cannabis per i malati gravi» appena presentata, che assegna all’UFSP il compito di realizzare uno studio di fattibilità, volto a indicare le condizioni specialistiche e giuridiche da porre affinché i farmaci a base di cannabis siano autorizzati da Swissmedic e inseriti dall’UFSP nel cosiddetto elenco delle specialità, così da poter essere rimborsati dalle assicurazioni malattia.
Si può guidare dopo l’uso di prodotti a base di cannabis?
La questione dell’idoneità alla guida non è ancora stata chiarita, né per la regolare automedicazione con il CBD né per il trattamento con preparati per uso terapeutico. Ma soprattutto all’inizio di una terapia con prodotti medicinali a base di cannabis è comunque sconsigliato mettersi al volante. Tracce di cannabinoidi possono essere rilevate nel sangue e/o nelle urine anche dopo più giorni dalla loro assunzione. Nell’attuale stato di tolleranza zero, la presenza di cannabinoidi nel sangue rilevata durante un controllo può portare a un’azione penale. Una tale eventualità può però essere evitata se la persona si trova sotto stretto controllo medico. In linea di principio si ritiene che il consumatore, dopo la fase di adattamento e l’adeguamento del dosaggio, sia idoneo alla guida. Sarebbe tuttavia opportuno avere sempre con sé un certificato del medico, da presentare in caso di controlli.