Una nuova strategia punta a migliorare il rapporto rischi-benefici della terapia

State of the Art

In occasione dell’MS State of the Art Symposium 2024, il Prof. Dr. med. Fredrik Piehl ha spiegato l’importanza di una valutazione individuale del rapporto rischi-benefici nel trattamento del decorso della SM, soprattutto nel caso delle cosiddette terapie di deplezione delle cellule B, la forma di trattamento più comune in Svezia.

Così come per qualsiasi altra malattia, anche il trattamento di una forma di SM dovrebbe accrescere al massimo i benefici apportati alle persone colpite da questa patologia, riducendo allo stesso tempo al minimo i possibili rischi. Come spiegato dal Prof. Piehl (Karolinska University Hospital, Stoccolma/Svezia) all’inizio del suo intervento, gli studi hanno dimostrato come gli anticorpi ocrelizumab, ofatumumab e rituximab (anche conosciuti con il nome di «anticorpi anti-CD20» o «terapie di deplezione delle cellule B») sopprimano in maniera significativa l’attività infiammatoria della malattia.

«Ecco perché in Svezia impieghiamo molto spesso questi anticorpi, soprattutto il rituximab. E lo facciamo sia direttamente dopo la diagnosi della malattia, sia nelle persone con SM precedentemente sottoposte a trattamento con interferoni, glatiramer acetato o natalizumab», ha spiegato. Le analisi dei dati raccolti in Svezia negli ultimi anni relativi a un uso pratico degli anticorpi confermano il buon controllo a lungo termine della malattia garantito da questo tipo di trattamento, soprattutto se messo in atto tempestivamente, subito dopo la diagnosi. «Abbiamo inoltre potuto constatare come la maggior parte delle persone trattate con terapie di deplezione delle cellule B abbia proseguito il trattamento per periodi prolungati», ha rivelato l’esperto.

Il rovescio della medaglia

Come spiegato dal Prof. Piehl, ai grossi benefici degli anticorpi anti-CD20 sono tuttavia associati anche alcuni rischi. «All’inizio la discussione verteva sulla possibilità o meno che il trattamento con questi anticorpi accrescesse il rischio di sviluppare patologie tumorali», ha spiegato. Studi con un periodo di monitoraggio successivo più lungo hanno però dimostrato come questa supposizione non sembri essere giustificata. È pur vero che studi con dati sulla durata prolungata del trattamento mostrano un aumento del rischio di infezioni nosocomiali rispetto al trattamento con interferoni o glatiramer acetato. «Ora sussistono anche evidenze secondo cui le infezioni più gravi potrebbero accrescere il rischio di progressione dell’invalidità nelle persone con SM», ha sottolineato il Prof. Piehl a tal proposito.

La soluzione è prolungare l’intervallo di tempo tra un ciclo di trattamento e l’altro

I neurologi svedesi hanno quindi cercato di definire nuove strategie che consentissero, da un lato, di preservare gli elevati benefici degli anticorpi anti-CD20, riducendo allo stesso tempo il rischio di infezioni. «Una possibile soluzione è prolungare l’intervallo di tempo tra due somministrazioni dei farmaci. La maggior parte delle persone con SM in cura da noi riceve quindi solo un’infusione di rituximab ogni 2 anni», ha spiegato il Prof. Piehl descrivendo l’approccio.

Gli studi condotti finora dimostrano come il rischio di attacchi non aumenti nemmeno con intervalli di trattamento notevolmente più lunghi. Occorrono tuttavia ulteriori studi per verificare che anche il rischio di progressione dell’invalidità rimanga contenuto.

È di questi studi che si stanno occupando ora il Prof. Piehl e il suo team, in parte con la collaborazione dell’Ospedale Universitario di Basilea: da un lato, esaminano i benefici relativi di un avvio tempestivo della terapia anti-CD20 rispetto ad altri farmaci contro la SM nelle persone con una diagnosi recente di SM recidivante-remittente. Dall’altro, tentano di stabilire se intervalli di somministrazione più lunghi migliorino il rapporto rischi-benefici per le persone che soffrono già da tempo di SM.

«MS State of the Art Symposium»

L’«MS State of the Art Symposium», il più importante congresso specialistico sulla sclerosi multipla in Svizzera, è organizzato dalla Società svizzera SM e dal suo Consiglio medico-scientifico. L’edizione 2024 del simposio si è svolta il 27 gennaio presso il KKL di Lucerna.
 

MS State of the Art Symposium