Scoperta casuale di lesioni durante la risonanza magnetica, possibili avvisaglie della SM
Articoli specialisticiLesioni tipiche della SM vengono periodicamente rilevate nel cervello di persone che non soffrono di sintomi della SM e che vengono sottoposte a risonanza magnetica (RM) per svariate altre ragioni. Dal 2009 tali alterazioni, purché soddisfino determinati criteri, sono chiamate sindrome radiologicamente isolata (RIS). Già allora si presumeva che le persone con RIS presentassero un rischio maggiore di sviluppare la SM. Oggi questa supposizione è stata confermata.
Rischio elevato di sviluppare la SM
«Uno studio internazionale ha rilevato che entro cinque anni dalla scoperta della RIS, una persona su tre manifestava sintomi clinici della SM. Su un intervallo di dieci anni, il dato passava a una persona su due», ha affermato la Professoressa Lebrun-Frenay (Ospedale universitario della Costa Azzurra, Nizza/Francia) nel suo intervento. Le sue ricerche hanno inoltre dimostrato che, dopo 15 anni, il 72% delle persone con una RIS ha poi sofferto di sclerosi multipla. Complessivamente, circa il 90% delle persone con SM con precedente RIS ha sviluppato una SM remittente e circa il 10% una SM primaria progressiva.
Come ha spiegato la neurologa, il rischio di sviluppare la SM dopo la RIS è influenzato da diversi altri fattori. «Ad esempio, il rischio di sviluppare la SM clinica è maggiore in caso di RIS in persone di età inferiore ai 37 anni o negli uomini», ha riferito. È anche più elevato, se la RM mostra alterazioni a livello di midollo spinale o lesioni evidenziate dal mezzo di contrasto. Il principio è il seguente: maggiore è il numero di fattori di rischio, maggiore è il rischio che si manifesti una patologia clinica. La Professoressa Lebrun ha aggiunto che possono verificarsi casi di RIS anche in bambini e adolescenti. «Conosco il caso di un bambino in cui è stata individuata la RIS all’età di tre anni. A nove anni ha poi sviluppato la sclerosi multipla», ha spiegato.
Il trattamento precoce riduce il rischio
Sarebbe possibile evitare l’insorgenza della SM iniziando una terapia modificante della malattia non appena si scopre la RIS? La questione è stata oggetto di due studi scientifici. Nel primo studio, 44 persone con RIS sono state trattate con dimetilfumarato, mentre 43 hanno ricevuto un placebo a titolo di confronto. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per un periodo di 96 settimane. «Il trattamento ha ridotto dell’80% il rischio di sviluppare la SM», ha dichiarato la Professoressa Lebrun-Frenay. In un secondo lavoro, a cui ha partecipato anche l’Inselspital di Berna, 44 persone con RIS hanno ricevuto una terapia a base di teriflunomide, mentre 45 hanno ricevuto un placebo. Questo trattamento ha ridotto del 72% il rischio di sviluppare sintomi clinici della SM. «I risultati di questi due studi ci confermano l’auspicata ipotesi che la somministrazione precoce di un trattamento in caso di RIS sarebbe un buon approccio», ha dichiarato l’esperta. Attualmente si sta cercando di individuare con certezza le persone che svilupperanno effettivamente la SM dopo la RIS. La Professoressa Lebrun-Frenay ha concluso: «In questo modo possiamo offrire loro un trattamento precoce e prevenire lo sviluppo della malattia clinica».
«MS State of the Art Symposium»
L’«MS State of the Art Symposium» è il più grande congresso specializzato sulla sclerosi multipla in Svizzera. Viene organizzato dalla Società svizzera SM e dal suo Consiglio medico-scientifico. Nel 2024 l’evento si è tenuto il 27 gennaio presso il KKL di Lucerna.
MS State of the Art Symposium 2024