Di ritorno da Santiago de Compostela
Eventi di beneficenzaAlyssa e Giada: ce l'avete fatta! Con quali emozioni siete partite e con quali, invece, siete tornate?
Siamo partite con un mix di emozioni, tra ansia, curiosità, incertezze e voglia di intraprendere questo viaggio interiore ed esteriore. Emozioni che comunque sono sparite nel giro di qualche giorno lasciando spazio a sentimenti che solo il cammino sa dare. Siamo tornate, invece, con un ricordo stupendo di questa esperienza, tanti momenti condivisi con persone sconosciute che rimarranno impressi per sempre. Ora non nascondiamo che quando ripensiamo al cammino, ci viene la malinconia.
Quali sono stati i momenti principali che ricordate?
Sicuramente l’arrivo alla prima tappa a Roncisvalle dove poi siamo partite per il nostro cammino, vedere tutti quei pellegrini con lo stesso scopo, la concha, le frecce gialle, stava diventando tutto reale e ci sembrava quasi impossibile fino a poco prima. E poi ovviamente l’arrivo a Santiago… indescrivibile a parole. Ci sono stati anche tanti piccoli momenti che ci hanno emozionate come gli ultimi due posti letto riservati da una coppia italiana per noi alla fine della prima interminabile tappa, ma anche la conoscenza di Joseph, 80enne belga che stava camminando da giugno o ancora le cerveza condivise con i pellegrini di tutte le nazionalità. Un altro momento molto intenso è stato l’arrivo alla Cruz de Hierro, il punto più alto del cammino, dov’è situata la croce di ferro sotto la quale ogni pellegrino lascia un sasso.
È vero che il cammino è anche un percorso spirituale?
Più che spirituale è un percorso interiore, abbiamo scoperto tante nostre risorse che non sapevamo di avere, come la resistenza fisica e la forza di volontà. Sicuramente ci ha fatto aprire gli occhi sulle comodità quotidiane a cui non diamo peso e che fanno parte della routine, ma che ora, invece, dopo 53 giorni in mezzo all’arte dell’arrangiarsi apprezziamo molto.
Quali sono state le principali difficoltà riscontrate e come le avete superate?
Il caldo torrido del primo pomeriggio con magari ancora 6-7 km da percorrere, superato partendo prima al mattino, i dolori muscolari nei primi giorni e la fatica nelle salite che sembravano infinite. Alla fine ci siamo abituate e tutto è diventato più semplice.
Avete mai pensato di non farcela?
No, non abbiamo mai fatto in tempo a elaborare il pensiero che c’era subito qualcuno a sostenerci e a motivarci. Per noi è stato fondamentale il supporto ricevuto.
La SM vi ha intralciate in qualche modo?
Solamente due giorni ci siamo dovute fermare a causa della fatigue con febbre e dolori da sforzo, temevamo il peggio e invece è andata bene. Chiaramente abbiamo adattato i km giornalieri in base alla nostra resistenza e alla SM, in modo da gestire il tutto nel migliore dei modi.
Vi sono riflessioni inerenti alla malattia che vi sentite di condividere?
Alyssa: Non mi sento di dire che volere è potere perché trovo che sia una frase troppo generica e poco rispettosa. Mi sento fortunata perché tutto sommato mi è stata diagnosticata la forma più comune, quindi quella più conosciuta, e mi è stata diagnosticata precocemente. Questo ha influito sul fatto di essere riuscita a completare questa impresa. Certo, ho avuto le mie difficoltà, ma ascoltando il proprio corpo siamo riuscite ad arrivare alla meta.
Qual è stata la prima cosa fatta una volta arrivate a Santiago de Compostela?
Sinceramente? Togliere le scarpe, è stato un sollievo psicofisico. Poi c’è stata la videochiamata con i familiari, con il cuore a 1000. È stato uno dei giorni che non dimenticheremo mai… la gioia di poter dire ce l’abbiamo fatta, vedere tutti quei pellegrini emozionati, gente che piangeva e si abbracciava, gente al telefono, che cantava, che si sdraiava a terra e si godeva appieno la piazza.
Il supporto dal Ticino lo avete sentito? Vi aspettavate così tanta gente (i vostri post sulla pagina della Società SM son stati visti più di 35’000 volte e con più di 1’000 mi piace)?
Lo abbiamo sentito ogni singolo giorno e sinceramente non ci aspettavamo un supporto simile. Ci ha aiutate molto soprattutto nei momenti più difficili. Sarebbe bello ringraziare ogni singola persona!
Alla partenza volevate raccogliere fondi per la Società SM ma anche lanciare un messaggio di forza e positività alle persone colpite da sclerosi multipla, ci siete riuscite?
Sì,anche se ci teniamo a ribadire che purtroppo questa malattia non è uguale per tutti, quindi effettivamente c’è chi purtroppo soffre molto di più e non riesce a fare tutto ciò che vorrebbe.
Cosa porterete con voi di questa esperienza ora che siete tornate alla vita «di sempre»?
La consapevolezza che abbiamo una grande forza di volontà, la gratitudine di avere tutte le comodità come una casa calda, un letto comodo, una doccia bella spaziosa. Sicuramente ora vediamo le cose in maniera un po’ diversa, io (Alyssa) sento che mi stresso di meno quando incontro situazioni difficili ad esempio sul lavoro, perché ho il pensiero che se sono riuscita a camminare per 800 km, allora posso fare tutto, o quasi!
L’iniziativa del Cammino di Santiago ha raccolto 1’000 CHF di donazioni, alle quali vanno ad aggiungersi le attività collaterali organizzate dall’Associazione di Alyssa «Un cammino per la ricerca», che ha raccolto 10’000 CHF. Grazie di cuore!