Un asso del nuoto: Intervista a Noè Ponti
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Noè Ponti, quali tre aggettivi la descrivono meglio e perché?
Ambizioso, perché nello sport e nella vita lavoro per dare il meglio di me e per cercare di essere il migliore. Rispettoso: verso i miei avversari e verso la gente in generale. Affettuoso, perché sono molto legato alla mia famiglia.
Com’è nata la sua passione per il nuoto?
Ho imparato a nuotare che non avevo ancora tre anni. Ho iniziato ad allenarmi nella Nuoto Sport Locarno, perché mia sorella maggiore nuotava già lì. È nato tutto in modo naturale. A 11 anni, nel 2012, ho chiesto ai miei genitori di portarmi a vedere le gare di nuoto alle Olimpiadi di Londra e ho visto nuotare Michael Phelps. Nel 2013, invece, quando Tokyo è stata scelta come sede per il 2020, ho detto ai miei genitori di prepararsi perché a Tokio ci sarei andato come nuotatore e non come spettatore!
Com’è la giornata di un nuotatore?
Normalmente, dopo essermi alzato alle 6:30 e aver fatto un piccolo spuntino, vado subito in piscina e mi alleno con i miei compagni per circa due ore. Poi, faccio una bella colazione e rientro a casa per rilassarmi. Dopo pranzo, nel pomeriggio, c’è un’altra sessione di allenamento: prima fuori dalla vasca e poi di nuovo in acqua. Nel frattempo, ci sono appuntamenti con il fisioterapista, l’osteopata o il mental coach. Quasi ogni settimana ci sono anche incontri con i media e gli sponsor.
Cosa la emoziona oltre al nuoto?
Mi piace viaggiare e conoscere culture straniere. Passare del tempo con i miei amici è sempre divertente. La lettura non è mai stata una mia passione, ma di recente sto provando piacere a leggere libri diversi. Amo la musica e il cinema.
Come si fa a rimanere mentalmente concentrati quando si nuota?
Da un lato mi aiuta l’esperienza acquisita nel corso degli anni. Anche la collaborazione con uno psicologo sportivo è molto importante. La forma fisica dipende soprattutto dal mio impegno e dalla continuità nell’allenarmi: non bisogna mai tirarsi indietro, anche quando ci si sente stanchi! Sentirsi in forma ed essere soddisfatti del lavoro svolto aiuta molto a essere concentrati, ma sono importanti anche il riposo e la rigenerazione.
Come si prepara prima di una gara?
Mi piace ritirarmi un po’. Cerco di riposare e di dormire anche dopo pranzo. Qualche ora prima di una gara faccio un pasto abbondante.
Qual è il ricordo più bello legato alle sue gare?
Sicuramente la medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Tokyo 2021. Purtroppo, non c’erano tifosi a causa della pandemia e la mia famiglia ha dovuto seguirli da casa. Vivere le prime Olimpiadi e poter vincere subito una medaglia è sicuramente un ricordo indimenticabile. Ci sono altre competizioni che mi hanno molto emozionato: le due finali delle Olimpiadi di Parigi, dove un pubblico di quasi 20’000 persone urlava e applaudiva, oppure i campionati europei in vasca corta di Bucarest, dove ho vinto tre ori nei 50, 100 e 200 farfalla, oltre all’argento nei 100 misti.
Le persone con SM affrontano ogni giorno sfide importanti, come affronta le difficoltà?
Affrontare i momenti difficili è qualcosa di molto personale. Secondo la mia esperienza, bisogna innanzitutto capire quello che sta accadendo. Anche il dolore e la rabbia fanno parte di questi momenti ed è necessario lasciarli affiorare e condividerli con qualcuno. Credo che tutto questo faccia parte del processo di accettazione. Poi, però, bisogna concentrarsi immediatamente su aspetti positivi e nuovi obiettivi, in alcuni casi anche piccoli e a breve termine. È fondamentale concentrarsi su ciò che si può influenzare con il proprio comportamento e le proprie scelte, per poi trovare gradualmente una via d’uscita da ciò che ci sembra negativo.
Che cosa sogna per il futuro?
In termini sportivi, sogno il successo alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Vorrei rivivere le emozioni vissute a Tokyo, ottenendo, se possibile, ancora di più. Nel privato, spero, anche per la mia famiglia, di rimanere in salute, in modo da poter affrontare la vita con la stessa energia e gioia di adesso. Naturalmente, sto anche pensando alla mia formazione, a quando dovrò inevitabilmente smettere con il nuoto competitivo.
Ci può raccontare qualcosa che ancora nessuno conosce?
Ho un cane di nome Loki, di pochi mesi, che potete seguire su Instagram: @loki_ponti. Seguitelo e scoprirete qualche aneddoto divertente!
Intervista: Milo Prada
Immagine: Roldy Cueto